Il "vaccino" contro la cefalea

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Da anni atteso e da recente disponibile sul mercato anche in Italia, il cosiddetto “vaccino” contro la cefalea. La parola “vaccino” è impropria e potrebbe indurre a false speranze, in quanto un vero vaccino viene applicato una singola volta – con eventuali pochi richiami a distanza di tempo – e poi protegge per sempre. Qui invece si tratta di una terapia da ripetere tutti i mesi con iniezioni sottocutanee e che andrebbe somministrata almeno tre mesi per poter giudicare un possibile effetto preventivo, che nel 50% dei casi non si manifesta.
a cura del Dr. Reinhard Prior - Specialista e Docente di Neurologia

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Si tratta di anticorpi monoclonali prodotti in cellule ovariche di criceto e diretti contro la proteina CGRP o contro il suo ricettore, che in qualche modo sono coinvolti nella vasodilatazione che accompagna una crisi di emicrania acuta. Come esattamente funzioni non si sa, così come non si conoscono eventuali effetti collaterali a lungo termine. La terapia è ad eccezione di eventuale stipsi ben tollerata, ma essendo nuova non si conoscono ad oggi eventuali rischi a lungo termine. Può essere un’opzione per persone con emicrania severa e frequente non ben controllata dalle farmacoprofilassi tradizionali (beta-bloccanti come il metoprololo, triciclici e alcuni anticonvulsivi), che però, statisticamente, hanno almeno la stessa efficacia.

Infine, è da considerare il costo del “vaccino”. I tre farmaci attualmente disponibili (Aimovig®, Emgality®, Ajovy® con i rispettivi principi attivi Erenumab, Galcanezumab, Fremanezumab) hanno un costo tra 630 e 700 Euro a singola iniezione. Le iniezioni sono mensili, si arriva perciò ad un costo di circa 8000 Euro all'anno. Costo naturalmente non rimborsato dal servizio sanitario nazionale, ad eccezione di qualche rara prescrizione in un centro cefalea pubblico, che è comunque limitato nel proprio budget e tenuto ad eseguire un monitoraggio addizionale per verificarne la sicurezza nel tempo. In confronto, la terapia tradizionale con metoprololo al dosaggio di 2x25 mg è prescrivibile da ogni medico e ha un costo annuale di 18 Euro. Siamo certi che la nuova terapia in veste di “vaccino” giustifichi una tale esorbitante maggiorazione di costo?

La Novartis (Aimovig®), del resto, detiene un recente record mondiale per quanto riguarda il costo di nuovi farmaci: ha avuto il coraggio di introdurre sul mercato USA una comunque non risolutiva terapia genica (Zolgensma®) per l’atrofia spinale infantile al costo di 2.1 milioni di dollari – pagabili anche a rate. E sottolinea che questo prezzo è meno della metà di quanto avrebbe voluto chiedere inizialmente. Nel mio giudizio un comportamento etico quanto meno discutibile di fronte a una triste e letale malattia della prima infanzia. 

Informazione Aimovig da parte dell'Agenzia Europea del Farmaco (EMA)

Informazione Emgality (EMA)

Informazione Ajovy (EMA)